Oggi puntata interamente dedicata alla SEMIOTICA! Oggi esploreremo l’evoluzione dello studio della semiotica e conosceremo alcuni degli autori che hanno lasciato un segno indelebile in …
Oggi puntata interamente dedicata alla SEMIOTICA! Oggi esploreremo l’evoluzione dello studio della semiotica e conosceremo alcuni degli autori che hanno lasciato un segno indelebile in …
Oggi esploreremo l’evoluzione dello studio della semiotica e conosceremo alcuni degli autori che hanno lasciato un segno indelebile in questa disciplina. La semiotica, lo ricordiamo, è la scienza che studia i segni e il modo in cui trasmettono significato. Ma come si è sviluppata nel tempo? Scopriamolo insieme.
Tutto ha inizio nell’antica Grecia, dove filosofi come Aristotele e Platone si interrogavano sul linguaggio e sui segni. Tuttavia, il vero punto di svolta avviene molti secoli dopo, con il lavoro di Ferdinand de Saussure e Charles Sanders Peirce, considerati i padri della semiotica moderna.
Ferdinand de Saussure, linguista svizzero, sosteneva che ogni segno è composto da due elementi: il significante, cioè la forma del segno come il suono o la scrittura, e il significato, ossia l’idea o il concetto che il segno evoca nella nostra mente.
Ciò che rende rivoluzionaria la sua teoria è l’idea che il legame tra significante e significato sia arbitrario: non esiste nulla nel suono della parola “gatto” che somigli a un gatto vero e proprio. È semplicemente una convenzione che tutti abbiamo accettato.
Dall’altra parte dell’oceano, il filosofo americano Charles Sanders Peirce ampliava questo concetto introducendo una classificazione dei segni in tre categorie: gli indici, che hanno un legame diretto con ciò che rappresentano, come il fumo che indica il fuoco; le icone, che somigliano all’oggetto rappresentato, come una fotografia; e i simboli, il cui significato dipende dalla cultura e dall’apprendimento, come le parole o i numeri.
Con il tempo, la semiotica si è evoluta, estendendosi oltre lo studio del linguaggio per analizzare ogni forma di comunicazione, dai gesti ai media digitali.
Tra gli autori più influenti del Novecento troviamo Roland Barthes, semiologo francese che ha applicato la semiotica all’analisi della cultura di massa, dimostrando come pubblicità, moda e cinema trasmettano significati nascosti.
Un altro nome fondamentale è quello di Umberto Eco, scrittore e semiologo italiano (Da me amato!) , che ha reso la semiotica accessibile al grande pubblico.
Eco considerava la comunicazione come un processo dinamico, in cui il significato di un segno non è mai fisso ma dipende dall’interpretazione del lettore o dell’ascoltatore.
Oggi la semiotica continua a evolversi, adattandosi alle nuove tecnologie e ai cambiamenti culturali. Dallo studio delle emoji ai linguaggi visivi dei social media, questa disciplina ci aiuta a comprendere come i segni plasmano la nostra percezione del mondo.
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