Oggi ci addentriamo nella storia del pensiero umano per parlare di una figura chiave nella nascita della semiotica moderna: John Locke. Filosofo inglese del Seicento, …
Oggi ci addentriamo nella storia del pensiero umano per parlare di una figura chiave nella nascita della semiotica moderna: John Locke. Filosofo inglese del Seicento, …
Oggi ci addentriamo nella storia del pensiero umano per parlare di una figura chiave nella nascita della semiotica moderna: John Locke.
Filosofo inglese del Seicento, Locke è noto per le sue idee sulla conoscenza e sulla politica, ma pochi sanno che ha anche gettato le basi della scienza dei segni, la semiotica appunto.
Preparatevi a scoprire come le sue intuizioni abbiano influenzato il modo in cui comprendiamo il linguaggio e la comunicazione.
Immaginate di vivere in un mondo dove tutto ciò che sapete dipende dai vostri sensi: quello che vedete, sentite, toccate. Locke partiva proprio da questo principio. Secondo lui, la nostra mente all’inizio è come una tabula rasa, cioè una lavagna vuota che si riempie attraverso l’esperienza. Ma come facciamo a trasformare queste esperienze in pensieri e parole? Qui entra in gioco la sua idea dei segni.
Per Locke, i segni sono strumenti che ci permettono di collegare le idee presenti nella nostra mente. Quando vediamo un albero, la nostra mente registra l’immagine dell’albero come un’idea. Ma per poter comunicare questa idea ad altre persone, abbiamo bisogno di un segno, come la parola “albero“. La parola non è l’albero in sé, ma un simbolo che rappresenta l’idea di albero nella nostra mente. Questo processo di collegare segni e idee è ciò che rende possibile il linguaggio.
Una delle intuizioni più moderne di Locke è che i segni non hanno un significato intrinseco. In altre parole, non c’è nulla nel suono della parola “sole” che somigli al sole vero e proprio. Il significato nasce dal fatto che noi, come comunità, abbiamo deciso di associare quel suono a quell’idea.
Questo concetto è fondamentale perché spiega perché le lingue sono diverse tra loro. La parola per indicare il sole cambia da una lingua all’altra, ma il significato resta lo stesso.
Capì anche che la comunicazione non è sempre perfetta. Ogni volta che usiamo una parola, c’è il rischio che l’altra persona la interpreti in modo leggermente diverso. Pensate alla parola “amore“: per alcuni può evocare un sentimento romantico, per altri un legame familiare o l’affetto per un amico.
Questo significa che il linguaggio, pur essendo essenziale, ha dei limiti perché i segni non trasmettono mai le idee in modo esatto.
Ed è proprio questa consapevolezza che fa di Locke il primo semiotico moderno. Per lui, la semiotica non è solo lo studio dei segni, ma anche il modo in cui questi segni influenzano il nostro pensiero e la nostra capacità di comunicare. Le sue idee hanno aperto la strada a pensatori come Ferdinand de Saussure e Charles Sanders Peirce, che svilupperanno ulteriormente la scienza dei segni nei secoli successivi.
Ora, la prossima volta che userete una parola, pensate a quanto sia straordinario questo processo: da un’idea nella vostra mente a un segno che qualcun altro può capire. E tutto questo grazie a teorie che risalgono a secoli fa, ma che ancora oggi influenzano il modo in cui studiamo la comunicazione.
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